Spettacolo finalista del Premio Laura Casadonte 2016
Spettacolo ospite di InScena! Italian Theatre Festival NY 2019
Una madre ossessiva, un’amica preoccupata, un sogno da realizzare. Sono gli elementi che trainano la vita di Orsetta: una quasi quarantenne in cerca di stabilità, attraverso incontri mancati, regali inaspettati e nuove partenze. Una commedia leggera, di piccoli inciampi e grandi passaggi, alla ricerca del solo luogo dove sentirsi veramente a casa.
Orsetta è nell’infelice età tra i poco prima dei quaranta e i quaranta già compiuti. Zitella, senza figli, ha un ex che ha coronato il loro sogno… con un’altra; una madre pronta ad aiutarla nei peggiori tra i modi possibili; una socia e migliore amica felicemente sposata da anni e di nuovo incinta; un lavoro che la mette in contatto quotidiano con l’amore e l’affettività. Ma Orsetta non cede allo sconforto, impara dai suoi errori, si rimette in gioco, cade e si rialza, mossa dal suo sogno che a piccoli passi, magari in forma imperfetta e imprevista, potrebbe finire per realizzare.
Un Cottage tutto per sé più che un monologo è un dialogo a senso unico. Il fuoco dello spettacolo è, sì, Orsetta stessa, unico personaggio in scena, ma i suoi interlocutori sono presenti, e vivi, eccome. E determinanti.
In 12 quadri distinti, scanditi dal passare dei mesi e dal variare degli ambienti e degli interlocutori, la nostra antieroina condivide il proprio mondo, canta i suoi sogni e piange partenze, tra risate e commozione.
Tra pochi elementi -un prato, fiori e petali che sbucano ovunque, una sedia multifunzione e una borsa alla Mary Poppins- e, come colonna sonora, le variazioni di “My favorite things di Rodgers & Hammerstein.
“Si ride di gusto e ci si ritrova, ahimè, in tante veniali ossessioni, in piccole frottole che ci raccontiamo finché ci si crede, per consolarci e godercela, malgrado tutto, mentre nessuno ci guarda.“
(Alessandra Bernocco – dramma.it)
“Se avete occasione, andate a guardare Orsetta e il suo cottage. Ne rimarrete conquistati. È adatta sia per un pubblico femminile perché di Orsette in Italia ce ne stanno un bel po’, sia per un pubblico maschile, per via del fatto che è difficile per un uomo trovarsi una sintesi eccellente del sesso femminile dentro un’opera teatrale che dura circa un’oretta del suo tempo (e il tempo, si sa, è molto prezioso per un uomo).” (Aurélien Facente – Appunti di uno scrittore che fa il fotografo)
“Si arriva alla fine dello spettacolo incerti se con ironia, dolcezza o malinconia, ma con una sola certezza: la bravura dell’attrice e la simpatia del personaggio, per un viaggio nei sentimenti e nell’essere donna oggi (…) che non stanca.” (Valentina Arichetta – LameziaTerme.it)
“la deliziosa Orsetta, al giro di boa dei quarant’anni, fa i conti con la sua incompiutezza, con i sogni sfumati dietro l’angolo, con un’esistenza che non è esattamente quella che aveva immaginato. Imperfetta lei, pertanto umana. O viceversa.” (Giusi Arimatea – Infomessina.it)
“Questa commedia sa far riflettere gli spettatori con un sorriso di condivisione e partecipazione che fa sentire tutti meno soli … e più normali. Perché in fondo Orsetta è proprio come noi” (Luisa Guarino – Il Territorio)
“Orsetta sembrerà anche una zitella quarantenne come tante. Ma dentro è una supereroina coi fiocchi, che Catwoman al confronto, con la sua tutina aderente sul fisico mozzafiato, le fa un baffo.”(Alessandra Agosti – Il Giornale di Vicenza)
“Una commedia che non è una commedia, ma una vera e propria favola contemporanea dove il messaggio non è solo non arrendersi e rialzarsi, ma a volte anche fermarsi e guardare da più vicino quello che a volte non si vuole guardare da vicino.” (Aurélien Facente – Appunti di uno scrittore che fa il fotografo)
“Comunicativa e coinvolgente, Natalia Magni fa di Orsetta un personaggio caricati, ma non una macchietta. Bastano pochi attimi perché ci si innamori di lei, della sua autoironia, della sua inscalfibile dolcezza, della sua tenacia. Bella prova e bel testo”. (Alessandra Agosti – Il Giornale di Vicenza)
“Uno spettacolo che mantiene più di quanto promette (…)” (Alessandra Bernocco – dramma.it)
“La regia di Sonia Barbadoro restituisce l’insieme procedendo per quadri, a circoscrivere i quali contribuiscono scenicamente una sedia e tutti i simpatici oggetti di Orsetta. Punto di forza del monologo è Natalia Magni che lo interpreta in maniera energica e col piglio scanzonato richiesto dal personaggio.” (Giusi Arimatea – Infomessina.it)
“La forma drammaturgica di questo monologo è circolare: parte dall’Asl in cui fa terapia con un “invisibile” psicologo costretta dall’amica ansiosa, e lì ritorna che di diverso ha solo il cottage. Perché se è vero che non sempre possiamo cambiare le situazioni che viviamo, è altrettanto certo che possiamo scegliere come reagire: «Dottore, ho 40 anni suonati. Non ho un marito, non ho figli e faccio un lavoro inutile. Oppure sono nel pieno della mia splendida maturità, sono libera e indipendente e riesco a sopravvivere con la mia creatività», in una versione chapliniana della vita che dichiarava: «Credo nel potere del riso e delle lacrime come antidoto all’odio e al terrore». ” (Miriam Guinea – Corriere della Calabria)
“Quello che più di tutto conquista, in questo lavoro, è la generosità divertita nel prendersi in giro, la capacità di stare al gioco senza ritrarsi. (…) Con quegli occhialetti, quel fiore in testa, quella borsina di plastica rosa shocking e una bella dose di gomma piuma a rinforzare i fianchi e le cosce.” (Alessandra Bernocco – dramma.it)
“Interpretato con estremo umorismo, gioco-forza di un grande talento attoriale, questo spettacolo non cade mai nell’autocommiserazione dell’essere; non vive di disperazione o di vittimismi, anzi, affronta tutte le sconfitte con la carta vincente dell’autoironia e di una “goffaggine” catartica, anche se la vita da “gattara” è lì proprio dietro l’angolo. Natalia Magni strappa molte risate e rilassa gli animi; arriva al vissuto di tanti perché, almeno una volta nella vita la frase: «Basta! Mi rifiuto di compiangermi per un altro amore finito male», molta gente l’ha pronunciata. ” (Miriam Guinea – Corriere della Calabria)
L’intervista delle Lucido Sottile a Natalia Magni in apertura del Family Festival 2020.