26/06/2016
Alla fine di uno spettacolo può esserci quel momento di imbarazzo nel quale si deve aspettare che il pubblico defluisca per recuperare le proprie carabattole e chiudere la serata.
Dico “di imbarazzo” perché spesso il pubblico non defluisce affatto, anzi, resta a chiacchierare e ti trovi obbligato a passare in mezzo agli spettatori, o comunque a vista, e non sai bene se guardarli uno per uno negli occhi e sfidarli a riconoscerti e dirti due parole (se non altro) di occasione, oppure sperare che nessuno ti noti e mimetizzarti con la parete più vicina, in una poco riuscita imitazione dell’ombra in fuga di Peter Pan.
Lascio a voi immaginare quale sia la scelta di Orsetta…
Alla fine della serata dedicata al Premio Laura Casadonte a Crotone, il pubblico, forse bollito e imbradipito dalla calura subsahariana che stagnava nell’auditorium, forse mosso dalla placida socievolezza tipica delle nostre regioni meridionali, sembrava non avere alcuna intenzione di andarsene.
Orsetta, rasente muri, ha provato a raggiungere i suoi ammennicoli con fare indifferente, terrorizzata dall’ipotesi di sentirsi deridere e insultare, ma è stata invece, sì, assalita, ma da un fantastico gruppo di giovani donne e giovani uomini che tra abbracci e risate le hanno confessato di essere o essere state anche loro un’Orsetta o di conoscerne benissimo una (sapete, no?, quelli che esordiscono dicendo: “un mio amico…”).
Dirvi la gioia che ha provato la Nostra nel sapere di non essere sola nei suoi sogni e nelle sue aspirazioni, e soprattutto nelle sue disavventure, richiede parole che questa misera tastiera non sa comporre.
Possiamo solo testimoniare che persino il fiore rosso della speed date si è tutto ringalluzzito, passando dallo stato semi-appassito in cui era apparso in scena a un non indifferente e orgoglioso rigurgito di verticalità.
Quando si dice che un gesto vale più di mille parole.
Ndr: ok, sì, il fiore è finto e Orsetta lo teneva per la corolla, ma vogliamo per favore lasciare a chi scrive un po’ di sana licenza poetica???