30 settembre 2016

“Che meraviglia Sonia, abbiamo lo spettacolo, abbiamo il video, abbiamo le repliche …”

“Eh, sì, Nat, tra una settimana si va in scena a Roma.”

“In fondo è un po’ il nostro debutto ufficiale.”

“Siamo prontissime!”

“Finalmente possiamo rilassarci, Sonia, funziona tutto benissimo.”

“Davvero, Nat, non ci sono intoppi, al pubblico piace, tutto fila liscio …”

“Lo sai, vero Nat?”

“Lo so, Sonia.”

“Dobbiamo farlo.”

“Per forza.”

Orsetta,canzone, Roma
Di nuovo al lavoro

Ecco, questo sarebbe stato più o meno il dialogo; se non fosse che né la Magni né la Barbadoro hanno il dono della sintesi.

Dobbiamo farlo. Subito dopo aver girato il video definitivo. Subito dopo averlo pubblicato e mandato in  giro. Subito dopo.
Ma dobbiamo farlo.
Perché a noi la costruzione del cottage così come l’avevamo realizzata non ci convinceva.
E allora?
Allora si rimette in prova, si ripensa il contesto, si chiarisce il contenuto e … si scrive una nuova canzone.

“No, dai, Sonia, un’altra?”

“Sì, Nat, ci vuole un’altra canzone. Ci vuole, è necessaria.”

“Ma non so più cosa inventarmi, ho finito gli endecasillabi, le rime si sovrappongono, ci mancano le basi, Youtube sta fallendo, il web sta implodendo …”

“Dai, Nat. Scrivimi un rap.”

“Un rap, Sonia?!?!?!?”

“Il rap di Orsetta!”

“Il rap di Orsetta? Ma non sono mica J-Nat, mica mi chiamo Natez, mica sono Nati Nita!”

“Ok, forse non rap, ma insomma qui ci vuole una canzone.”

Natez
Natez

Scongiurato il pericolo rap, ci rimettiamo al lavoro, sfogliando riviste di architettura e di ristrutturazione (la Barbadoro è una fan del restyling di lusso, la Magni ha rifatto da poco casa).

Dettaglio: stiamo lavorando negli intervalli delle prove all’Argentina della Barbadoro, come sempre il tempo non è sufficiente, impegnate come siamo anche sul fronte della pubblicità e della propaganda e … ah, sì, ecco … mancano due giorni alla replica romana.

8 ottobre 2016

“Non c’è stato tempo di memorizzare il testo, mi dimenticherò le parole; io me le scrivo sulla mano come al liceo.”

La Magni, nota ai molti per la sua incapacità di memorizzare alcunché e per la sua arte della parafrasi, di fronte ad un testo su musica entra in ansia.

“Non lo so, io, quale sia il canale del sagomatore, forse dovreste saperlo voi …”

La Barbadoro, nota ai più per la sua insicurezza nella gestione degli aspetti tecnici, balbetta istruzioni alla giovane Lucia, che in corsa è venuto a sostituire il tecnico ufficiale dell’Altro Spazio, misteriosamente assente.

Siamo a circa un’ora dall’orario previsto di inizio spettacolo, e, seriamente, non siamo pronte. Il pubblico, che nel frattempo è aumentato a dismisura, giustamente rumoreggia. È stato per qualche ragione a noi sconosciuta lasciato fuori dalla porta, al freddo, al gelo e soprattutto sotto l’acqua di un importuno acquazzone.

Sono i momenti in cui rimpiangiamo di non aver scelto la carriera delle scritturate.
Cioè, di non essere state scelte come scritturate, diciamoci la verità.

Poi però … la sala è strapiena, lo spazio è sold out, le luci trionfano, la memoria regge, il pubblico risponde, gli applausi scrosciano …
Temiamo di tirarcela (la sfiga) a scriverlo ma … stavolta mi sa che ci siamo!

A questo punto, era ora di cominciare a girare l’Italia e farsi nuovi amici