RITORNO A GENOVA
19/01/2017
Ci sono luoghi della nostra vita con implicazioni fuori da ogni logica.
Luoghi che, solo a nominarli, ti aumentano le palpitazioni e la sudorazione.
Luoghi che si portano dietro patemi e ansie da internamento immediato.
Esatto, proprio quei luoghi lì.
Le nostre ex scuole.
Soprattutto i licei; e successive specializzazioni.
Non importa con quale risultato le abbiamo frequentate quelle scuole, all’epoca.
Solo a nominarle avviene una trasformazione fisica tanto netta quanto inevitabile.
Di recente siamo tornate nel nostro liceo. Da professioniste affermate, chiariamoci, mica da “Immature“, per citare il film di un ex compagno di scuola. Ci tornavamo addirittura da docenti.
Ebbene, appena arrivate davanti al cancello, abbiamo avuto una regressione che nemmeno i funghetti di Alice! Improvvisamente ci siamo sentite alte un metro e venti, la cancellata è cresciuta di un’altra cinquantina di centimetri, ed ogni fibra del nostro corpo ha cominciato ad urlare:
“Scappa! scappa! Fai sega a scuola! Falsifica la firma sul libretto delle giustificazioni!”
Chi non ha mai provato quest’esperienza è un ologramma.
O un insegnante.
Ora è il momento di tornare a Genova.
Genova.
Dove c’è lo Stabile.
Di Genova.
Ecco, le mani si sono paralizzate, la digitazione singhiozza, il cervello latita.
È inutile cercare di razionalizzare. È così. Fisiologico.
La parola chiave è una sola … ansia da prestazione!
Solo perché il BLoser è nella piazzetta adiacente al Duse, storica sala dello Stabile; solo perché il BLoser è stato l’ex teatro off dello Stabile, poi magazzino dei costumi; solo perché il BLoser … solo perché il BLoser è a Genova.
Non torniamo a Genova da un paio di decadi, in veste professionale, voglio dire.
Si prevede a fine spettacolo un tasso alcolico alle stelle.