17/08/2016
Come sempre, le cose avvengono quando meno te le aspetti e nei posti più strani.
Passeggiavamo con Orsetta, gelato con panna in mano, in una serata agostana in quel di Vasto. O meglio Città del Vasto, come è ufficialmente chiamata.
E mentre passeggiavamo gelato semisciolto (era stata una lunga passeggiata, ed era agosto) canticchiavamo, allegre e incuranti degli sguardi perplessi degli astanti. Canticchiavamo una canzone, una di quelle canzoni che ogni volta che l’ascoltate vi fa nascere automaticamente un sorriso e un’insopportabile voglia di canticchiare.
Quella canzone che a molte ragazze, e senza dubbio ad Orsetta, ha tanto conforto negli anni del liceo, quando lo specchio è impietoso e i compagni pure …
Ci sono canzoni che hanno segnato la nostra storia.
Ma non la storia quella importante, quella che poi ai nostri figli tocca studiare, quella da scriversi con la S maiuscola.
No, la storia quella piccola, quella personale, quella che per noi, piccoli essere umani profondamente egoisti conta più delle altre.
E mentre passeggiavamo col gelato ormai finito canticchiando all’unisono, guardavamo le vetrine dei negozi. Perché siamo femmine; perché è estate; perché è sera. E perché cos’altro resta da fare dopo quasi un mese di mare se non guardare le vetrine?
Qui, è necessaria una digressione.
Orsetta a quel punto si era presentata a Crotone e al Circeo. E in ognuno dei due casi aveva indossato un abito diverso. Nel frattempo aveva continuato a cercare l’Abito (stavolta la maiuscola ci vuole), quello misteriosamente sparito dal suo guardaroba, quello infruttuosamente cercato per settimane rivoltando ben due case e mai più ritrovato, nonostante appelli pubblici sulle pagine dei social. Quello che era perfetto, così adatto, così tanto Orsetta!
Ebbene, mentre passeggiando canticchiavamo dando l’ultimo morso al cono e occhieggiando le vetrine, improvvisamente Orsetta si è pietrificata. Come una invasata è entrata nel negozio, ha acchiappato un abito dallo stand, un cappello e una borsa dagli scaffali e si è andata a cambiare.
Ed è riemersa così.
È lui! ha dichiarato, aggiungendo poi, come si evince dall’espressione della foto Non credi?
Come darle torto. È indubitabilmente, straordinariamente, stupendamente lui.
Non ci resta che ringraziare l’Isola di Sarif, di Vasto (CH), che ha voluto dare il suo sostegno alla causa e allo spettacolo. E dove vi raccomandiamo di fare un salto se mai vi capitasse di passare da quelle parti.
Grazie Erminia!
Ps: Volete sapere qual è la canzone che fa sorridere Orsetta? Ve ne regaliamo il momento clou